La svolta politica di Musk sta facendo male a Tesla

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La svolta politica di Musk sta facendo male a Tesla

Le vendite dell’azienda sono in calo e il titolo in borsa ha avuto due mesi terribili, man mano che Musk si è avvicinato a Donald Trump

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Da quando Elon Musk è diventato dapprima il principale sostenitore di Donald Trump e poi il suo principale consigliere alla Casa Bianca, Tesla sta andando molto male. Nel 2024 le vendite di automobili elettriche sono calate per la prima volta in 13 anni, il suo titolo in borsa è in calo quasi costante dall’inizio dell’anno e l’azienda si trova in difficoltà in molti mercati importanti, come quello europeo e quello cinese.

Parte delle difficoltà di Tesla ha motivazioni di lungo periodo, che riguardano la concorrenza e la strategia dell’azienda. Ma queste difficoltà si sono approfondite e amplificate negli ultimi mesi, per ragioni politiche: molte persone hanno cominciato ad associare il marchio Tesla con le politiche di Donald Trump e dello stesso Elon Musk, che ha espresso posizioni di estrema destra e anti democratiche.

Tesla è l’azienda di automobili elettriche più importante al mondo, e tra le varie aziende di Musk (X, SpaceX, Neuralink e altre) è quella che più di ogni altra contribuisce a renderlo l’uomo più ricco del mondo: circa il 60 per cento del suo patrimonio viene dalle azioni di Tesla.

Elon Musk e Donald Trump alla Casa Bianca l'11 febbraio 2025

Elon Musk e Donald Trump alla Casa Bianca l’11 febbraio 2025 (AP Photo/Alex Brandon, File)

Dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali dello scorso novembre, le azioni di Tesla avevano avuto una grossa crescita in borsa: gli investitori erano convinti che le aziende di Musk, che aveva speso 270 milioni di dollari per sostenere la candidatura di Trump, avrebbero potuto beneficiare economicamente della benevolenza del nuovo presidente. Ma Musk non si è limitato a sostenere Trump dall’esterno: è entrato nel governo e ha iniziato un controverso programma di licenziamenti di dipendenti pubblici, che l’hanno reso una delle figure più polarizzanti dell’intera politica statunitense.

Le azioni di Tesla, che a novembre avevano cominciato a crescere enormemente, a partire da gennaio sono invece calate, fino ad annullare tutti i guadagni dei mesi precedenti. Se al suo picco post elettorale un’azione di Tesla valeva 480 dollari, ora ne vale 235. In pochi mesi Musk ha perso più di 150 miliardi di dollari in ricchezza personale.

L'andamento in borsa di Tesla negli ultimi sei mesi (Nasdaq)

L’andamento in borsa di Tesla negli ultimi sei mesi (Nasdaq)

I dati di borsa di per sé potrebbero anche non essere troppo preoccupanti: di fatto Tesla ha annullato la sua crescita post elettorale, tornando ai livelli precedenti. A questo però si aggiungono i dati sulle vendite e le intenzioni di acquisto dei consumatori. Nel 2024 le vendite globali di Tesla sono calate dell’1 per cento per la prima volta in 13 anni, anche se le vendite complessive di auto elettriche sono aumentate del 25 per cento. Negli Stati Uniti le vendite di Tesla sono calate del 7 per cento nel 2024 e del 2 per cento nei primi due mesi del 2025, secondo un dettagliato articolo del Wall Street Journal.

Il crollo principale però è avvenuto fuori dagli Stati Uniti: in Germania (dove Musk ha interferito nella recente campagna elettorale a favore dell’estrema destra neonazista) le immatricolazioni di nuove Tesla sono calate del 76,3 per cento, in Francia del 26 per cento e in Cina del 49 per cento.

Negli ultimi mesi ci sono state numerose proteste contro Elon Musk e l’amministrazione Trump davanti alle concessionarie e alle fabbriche Tesla sia negli Stati Uniti sia fuori, compresa una in Italia: questa settimana alcuni attivisti e attiviste del gruppo ambientalista Extinction Rebellion hanno occupato la concessionaria Tesla di Milano.

Negli Stati Uniti le persone che vogliono comprare una Tesla sono diminuite, dicono i sondaggi. Se nel 2022, prima che Musk cominciasse a fare attività politica, il 22 per cento dei potenziali acquirenti di un’automobile nuova sosteneva che avrebbe «certamente considerato» una Tesla per l’acquisto: ora è soltanto il 7 per cento. Online sono anche diventate molto popolari le foto di automobili Tesla con un adesivo che dice: «L’ho comprata prima che Elon impazzisse».

Non tutte le difficoltà di Tesla dipendono dalle opinioni politiche di Elon Musk. Tesla sta risentendo della forte concorrenza soprattutto dei produttori di automobili elettriche cinesi, e perfino le tradizionali società automobilistiche europee e americane stanno cominciando a investire pesantemente nel settore. Ci sono poi ragioni congiunturali: alcuni importanti modelli di Tesla dovrebbero essere rinnovati o sono stati rinnovati a breve, e gli acquirenti potrebbero aver deciso di rimandare il loro acquisto per aspettare il modello più recente.

Ma il fattore politico è al momento importante. Il posizionamento di Elon Musk a favore dell’ultradestra sembra aver indebolito il marchio di Tesla, e questo è un problema per una compagnia che si pone come un brand di alto livello e a cui aspirare.

Il posizionamento politico di Musk sembra inoltre in contraddizione con la missione aziendale di Tesla, che è di accelerare «la transizione del mondo verso l’energia sostenibile». Ma ora Elon Musk «sostiene attori politici che non soltanto non hanno a cuore la missione, ma che smentiscono attivamente il cambiamento climatico e hanno combattuto a lungo contro tutto quello che Tesla rappresenta», ha detto al Wall Street Journal Thomas Temme, un ingegnere informatico che lavora per l’azienda in Germania.

Una protesta contro Tesla a Seattle il 13 febbraio 2025

Una protesta contro Tesla a Seattle il 13 febbraio 2025 (AP Photo/Manuel Valdes, File)

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