Ci è capitato non di rado, nel corso dei laboratori che da qualche anno svolgiamo tra Villa Medusa e la redazione di questo giornale (siamo ragazzi e ragazze tra i quindici e i venticinque anni, ma anche redattori e disegnatori di Monitor) di trovarci a riflettere sul rapporto tra la città e i suoi abitanti più giovani.
I bambini, gli adolescenti e i ragazzi – a diversi livelli, a seconda della provenienza geografica, dello status sociale, del conto in banca della famiglia, dei documenti posseduti o meno – sono tra quei soggetti che sempre più finiscono ai margini della città. Questo accade perché minore è la nostra capacità di spesa, perché spesso appariamo pericolosi a chi controlla politicamente e militarmente lo spazio urbano, perché bassissimo è il livello di considerazione verso i nostri problemi da parte di chi ci governa, perché più difficile è evadere dai luoghi (fisici ma non solo) in cui siamo intrappolati. Alcuni tra noi finiscono addirittura, nostro malgrado ovviamente, sottoterra: ammazzati dalla polizia, da un proiettile vagante sparato dal Sistema, da una macchina che sfreccia sul lungomare mentre attraversiamo sulle strisce pedonali.
Nel corso di alcuni incontri che abbiamo fatto quest’autunno è accaduto che, più o meno in concomitanza, ci interrogassimo da un lato su come avremmo potuto fare per costruire un’inchiesta collettiva, dall’altro sulle modalità “giuste” per parlare della condizione dei ragazzi della città. A un certo punto abbiamo deciso di unire le due cose.
Vi presentiamo quindi, oggi, un’inchiesta a puntate sui luoghi della notte a Napoli. È una rappresentazione volutamente di parte, nella consapevolezza che sarebbe stato impossibile racchiudere in una manciata di articoli, fumetti e storie disegnate un universo complesso. Almeno, però, saremo noi a parlare, a raccontarci, a descrivere i luoghi che frequentiamo, quello che facciamo quando usciamo di casa, le strategie che abbiamo elaborato per trovare il meglio (o il peggio) nel nostro presente, i sogni e gli incubi del futuro che ci aspetta. (laboratorio di narrazione del territorio)
(una storia disegnata di ginevra naviglio)