Si parla soprattutto di lui, Khvicha Kvaratskhelia, stella al Parco dei Principi, una delle tante, protagonista di un eurogol con cui il Psg ha chiuso la pratica Aston Villa. I quotidiani lo esaltano e i tifosi del Napoli commentano la sua rete e si dividono: c’è chi lo rimpiange e chi finge indifferenza facendo riferimento al suo rendimento negli ultimi mesi d’azzurro e alla volontà mai nascosta di andare via e di giocare la Champions League. La ‘nostalgia Kvara’ si amplifica per un semplice motivo: al momento il Napoli non lo ha ancora sostituito.
In passato la società aveva sempre riempito un vuoto o una casella libera con giocatori di spessore o addirittura più forti di quelli andati via, basti pensare a Higuain quando andò via Cavani nel 2013 (nessuno ha mai rimpianto i gol del Matador a Parigi) o allo stesso Cavani che in Svezia nel 2010 con una doppietta rese meno amaro l’addio improvviso di Quagliarella. Ma gli esempi potrebbero essere tanti, come Kim nel 2022 quando è andato via un altro idolo come Koulibaly.
Quest’anno, invece, il Napoli non è (ancora) riuscito a piazzare il colpo da novanta. Poteva essere Garnacho, oppure Adeyemi, ma le difficoltà svelate dal ds Manna in conferenza a fine mercato hanno impedito a Conte di avere, oggi, un sostituto all’altezza del georgiano. Okafor, arrivato in prestito a fine mercato, non gioca mai. Due panchine di fila nelle ultime due. Addirittura a Bologna è entrato Raspadori a sinistra, lui che un esterno puro non è. E Neres, diventato titolare dopo l’addio di Kvara, non incide ancora. Non è brillante come a inizio anno quando però era un’alternativa e non un titolare fisso. Ecco perché il gol di Kvara fa rumore: il rimpianto trova terreno fertile nell’attesa del sostituto. Che non è ancora arrivato.