Dopo due giorni di riposo si riaprono le porte del centro tecnico di Castel Volturno. Oggi inizia ufficialmente l’avvicinamento alla sfida di domenica sera al Maradona contro il Milan, già delicatissima nell’economia della lotta Scudetto, e Antonio Conte ritroverà gran parte dei nazionali che probabilmente si sono rigenerati con le rispettive nazionali dopo l’ultimo mese di flessione con la maglia del Napoli. Ne rientrano dieci. Il tecnico del Napoli già oggi ritroverà i cinque italiani Meret, Di Lorenzo, Buongiorno, Raspadori e Politano, gli scozzesi Gilmour e McTominay così come lo slovacco Lobotka, il kosovaro Rrahmani ed il belga Lukaku, questi ultimi due in particolare carichi per le loro vittorie (e prestazioni anche personali). Mancheranno all’appello Anguissa, impegnato quest’oggi, e Olivera addirittura nella notte in Bolivia e che sarà dunque l’ultimo a rientrare, probabilmente solo a due giorni dalla gara col Milan.
Finalmente recuperato
Stavolta la sosta può risultare anche positiva. Ha spezzato, come detto, un momento non semplice con il Napoli apparso molto pesante in tanti secondi secondi tempi, quasi sicuramente più nella testa che nelle gambe, ed ha permesso a Conte di lavorare con chi ha trovato meno spazio, ma anche con chi è arrivato a gennaio come Okafor in condizioni non perfette e, soprattutto, di recuperare pienamente David Neres. L’assenza del brasiliano, che a sua volta aveva sostituito Kvaratskhelia prima per l’infortunio e poi dopo l’addio, s’è sentita terribilmente. Ora c’è grande curiosità per la scelta di Conte.
Si torna al 4-3-3?
Dall’emergenza all’abbondanza. L’assenza di Neres, ma anche le condizioni approssimative di Okafor, aveva portato Conte a ridisegnare il Napoli con un 3-5-2 che non ha convinto del tutto. Tra le note positive del nuovo atteggiamento tattico la presenza – ed i gol – di Giacomo Raspadori che però ora rischia di restare fuori per lasciar posto al brasiliano. Saranno giorni di grandi riflessioni anche perché, considerando la problematica realizzativa spesso sottolineata da Conte, non è semplice rinunciare a Raspadori, cioè l’unico che nell’ultimo periodo ha trovato continuità sotto porta.