Venerdì il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto che emetterà un ordine esecutivo per rinviare nuovamente l’entrata in vigore del cosiddetto “TikTok ban”, prevista per sabato 5 aprile. La norma obbligherebbe ByteDance, la proprietà cinese di TikTok, a vendere il social network a un acquirente non legato al governo cinese; in caso contrario il governo americano dovrebbe bloccare la possibilità di scaricare l’app dall’App Store di Apple e dal Google Play Store nel paese. È il secondo rinvio di 75 giorni: il primo era stato annunciato da Trump a gennaio subito prima di insediarsi come presidente, appena ByteDance aveva oscurato il social in previsione dell’entrata in vigore della norma. TikTok era allora tornato disponibile nel giro di poche ore.
Trump ha motivato questo secondo rinvio sostenendo che serve più tempo per lavorare ai dettagli della vendita. L’amministrazione di Trump si era detta molto ottimista sull’operazione (nella quale secondo i media statunitensi potrebbe essere coinvolta la grande catena di supermercati Walmart o Amazon) e aveva prospettato di concluderla entro il 5 aprile, ma non è stato così. Secondo fonti dei principali giornali statunitensi, il governo aveva trovato un accordo con ByteDance, ma sarebbe saltato dopo che mercoledì Trump aveva annunciato i nuovi dazi anche contro la Cina: in questa ricostruzione, il governo cinese avrebbe bloccato i discorsi sulla vendita di TikTok, subordinandoli alle eventuali trattative sui dazi.
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