Google ha perso un altro importante processo sulla concorrenza

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Google ha perso un altro importante processo sulla concorrenza

Secondo la sentenza l’azienda ha abusato della propria posizione quasi monopolistica nel settore delle inserzioni online

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Giovedì un giudice federale ha stabilito che Google ha utilizzato metodi illegali per mantenere la propria posizione di sostanziale monopolio nel settore delle inserzioni online. È una sentenza molto importante, ma non è la prima contro l’azienda: ad agosto dell’anno scorso un altro giudice federale aveva concluso che Google aveva abusato della propria posizione dominante nel settore delle ricerche online, e che aveva cercato di mantenerla attraverso metodi illegali. Queste sentenze fanno parte del grosso processo di antitrust contro Google avviato nel 2023 dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e da alcuni stati americani: se confermate potrebbero portare a enormi cambiamenti nell’intero settore.

Nella sentenza di giovedì, la giudice Leonie Brinkema, della corte distrettuale della Virginia orientale, si concentra sul sistema di vendita delle inserzioni pubblicitarie online, che in questi anni ha permesso a Google di arricchirsi notevolmente. Funziona attraverso una serie di software per gestire la vendita degli spazi pubblicitari online: tra questi c’è anche Google Ad Manager, il servizio di Google, e nel tempo l’azienda ne ha acquisiti altri.

Oggi Google controlla quasi il 90 per cento del mercato: questo le ha permesso tra le altre cose di aumentare – senza i normali vincoli dettati dalla concorrenza – i prezzi delle inserzioni stesse, assicurandosi guadagni enormi e senza dover investire tempo e risorse nel miglioramento dei servizi offerti.

La sentenza dell’anno scorso, invece, aveva stabilito che Google aveva violato la legge nel tentativo di mantenere la sua posizione di sostanziale monopolio nelle ricerche online, tra le altre cose pagando miliardi di dollari per spingere aziende come Apple a impostare il suo motore di ricerca come predefinito sui propri dispositivi.

È possibile che entrambi questi processi abbiano delle conseguenze molto grosse perché i giudici potrebbero decidere di imporre a Google di dividersi per rompere il monopolio. Una decisione di questo tipo potrebbe influenzare anche i diversi processi in corso contro le altre principali aziende tecnologiche statunitensi, tutte più o meno accusate della stessa cosa: aver abusato della propria posizione dominante e aver distrutto la concorrenza. Sono in corso dei processi di questo tipo anche contro Apple, Meta e Amazon.

– Leggi anche: Il più importante processo sulla concorrenza contro Meta

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