la-parola-della-settimana.-crepa
La parola della settimana. Crepa
(disegno di ottoeffe)

[…] quando a tanta scossa il povero regno italico faceva da ogni parte le crepe. (giosué carducci, prose)

Ashikaga Yoshimasa fu nominato shōgun (una via di mezzo tra un comandante dell’esercito e un dittatore militare) nel 1449. Contribuì allo sviluppo culturale del Giappone: in particolare durante il suo governo nacquero la cerimonia del tè, l’Ikebana, il teatro Nō e la pittura con inchiostro cinese. Promosse infine l’armonizzazione tra la cultura della corte imperiale (Kuge) e quella dei samurai (Bushi).

Un giorno Yoshimasa fece inviare in Cina una sua preziosa ciotola di tè per ripararla. Quando gli fu rispedita indietro a corte, però, si imbestialì perché le crepe erano ancora ben visibili. Per placarlo, gli artigiani giapponesi usarono un escamotage: utilizzarono, per riempire prima e ricoprire poi le crepe, la foglia oro, dando all’oggetto un’immagine nuova, risplendente grazie alla lucentezza del metallo. Quella tecnica divenne celebre in Giappone con il nome di Kintsugi (金継ぎ), letteralmente “riparare con l’oro”, grazie alla sua doppia valenza: da un lato permette agli oggetti rovinati di riacquistare splendore, dall’altro mostra con orgoglio le cicatrici, saldando sì le crepe ma valorizzandole, rendendole l’elemento più prezioso di un oggetto.

L’assemblea sottolinea lo stretto legame esistente tra la situazione bradisismica e gli sviluppi futuri sull’area ex Italsider, in particolare rifiutando ogni possibile azione speculativa e che aumenti le cubature edilizie, la cementificazione e il congestionamento dell’area. […] L’assemblea ha approvato all’unanimità le seguenti rivendicazioni:

–       Controllo e censimento a tappeto per la stabilità di edifici pubblici e privati a carico dello stato
–       Pubblicazione della documentazione relativa alla verifica sismica
–       Soluzioni alternative, sostenibili e dignitose, sul territorio, per gli sfollati da edifici a rischio
–       Blocco dei mutui, senza maturazione degli interessi, e degli affitti per tutti gli sfollati
–       Blocco e annullamento della cementificazione ulteriore dei Campi Flegrei, fermando subito tutti i nuovi progetti di edilizia privata
(dal verbale della quarta assemblea della decima municipalità occupata – continua a leggere
 qui)

Vurria addeventa’ ricco e chino e sorde
pe’ chello ca me credo ca è ‘a ricchezza:
è ‘o sanghe e ll’ate, nu braccio ca se spezza.
Vurria penza’ a sta buono ogni matina
pensanno ca so’ stato fortunato,
ca si guadagno è n’copp ‘o sanghe ‘e ll’ate.
(24 grana, ‘e kose ka spakkano)

.

A dispetto degli annunci fatti dal ministro già dalla fine del 2023, la gestione della fuga dalle abitazioni in occasione delle scosse più forti è solo sulle spalle dei trentamila cittadini della zona. Le simulazioni di questi mesi sono state poche e mal organizzate, mentre soltanto di recente prefettura e Protezione civile hanno elaborato protocolli per persone con disabilità e piani specifici per la gestione degli sciami sismici in orario scolastico (d’altronde solo dal 5 marzo è online la piattaforma per chiedere un sopralluogo agli edifici privati). […] La poca disponibilità del sindaco Manfredi e dell’assessore Cosenza a indire incontri informativi sul territorio è stata messa in evidenza dai cittadini che hanno partecipato al consiglio comunale di lunedì. In tutta risposta questi hanno ricevuto rassicurazioni per un una giornata di confronto alla municipalità… il 28 aprile! Per aprire alla popolazione le porte della ex base Nato, invece, […] è stata necessaria una piccola sommossa: fino a mercoledì, infatti, le centinaia di cittadini che con gli eventi sismici più importanti lasciavano la propria casa, venivano dimenticate per ore sul viale della Liberazione, dove si riunivano pur senza acqua e possibilità di andare in bagno, e avendo come unico referente una o due pattuglie della polizia municipale. (riccardo rosa, la gestione della fuga sulle spalle dei residenti)

La parola “crepare” viene dal latino col significato di “scricchiolare”, ma anche di “scoppiare”. La frattura separa in modo netto due parti, che potranno essere riunite solo grazie a un intervento antropico, o rimarranno separate.

Se la lingua è mondo, è
specchio, trovatici con la pupilla
spalancata, pescaci da quel nero
quell’inchiostro che dica la parola
verticale. Alla sua ombra crescono
domande, si fa spazio
al respiro del pensare.
(elisa biagini, da una crepa)

Il consiglio è stata la solita fiera delle belle parole senza fatti concreti. Tutte le istituzioni hanno espresso la necessità di “continuare a sensibilizzare la popolazione” partendo dalle scuole e dagli infopoint sul territorio (pochi e malgestiti), cercando nell’ordine degli psicologi una sponda per il supporto psicologico. In realtà appare, questo, uno dei punti più critici della gestione del fenomeno in questi due anni, e l’elemento che ha creato la vera frattura tra le istituzioni e le persone, lasciate sole sia nei momenti di rallentamento delle scosse che in quelli in cui la cosiddetta emergenza (si può definire tale un fenomeno naturale che si ripresenta cronicamente e per periodi tutt’altro che brevi?) si fa più pressante, a cominciare dalle notti in cui centinaia di cittadini si radunano sul vialone dell’ex base Nato di Bagnoli e, a stento, vengono mandati a supportarli una o due pattuglie di vigili urbani. Altro tema centrale è il sostegno economico per la messa in sicurezza degli edifici. (francesco nunziante, bradisismossessivo. un mese di “emergenza” tra scosse, occupazioni e istituzioni latitanti)

C’è una parola molto in voga nel gergo calcistico internazionale, craque. Una parola che in molti, anche tra gli addetti ai lavori, usano senza capirla, riconducendola a crack. Un calciatore è un crack perché “spacca le partite”, semplicemente entra e le cambia, oppure perché all’improvviso decide di entrare in azione e fa un po’ ciò che vuole; ancora, secondo altri, perché la sua esplosione segna una frattura, una crepa, tra ciò che c’era prima e dopo di lui. Come un Cristo, o un Buddha.

Baggio è, davanti a Vialli, il cannoniere di questa piccola Coppa, con nove reti in otto partite. […] Se le cifre si estendono a tutta l’estate, ecco che per Baggio diventa un trionfo. Ha fatto gol amichevoli al Casteldelpiano, al Poggibonsi, alla Lucchese (prima delle quattro doppiette finora realizzate,), al Torino. E poi quasi sempre in Coppa Italia: all’Avellino, alla Virescit, all’Ancona, all’Udinese, infine all’Inter. Siamo di fronte al nuovo crack del calcio italiano. (due campioni da scoprire, 30 settembre 1988)

In realtà la parola viene dal calcio sudamericano, ed è semplicemente la traduzione di “asso”. Esiste anche un premio, nel campionato brasiliano, “El Craque do brasileirao”, lo scorso anno vinto da Luiz Henrique André Rosa da Silva, più noto come Luiz Henrique. L’attaccante di Petropolis, comune dell’area metropolitana di Rio, ha ventiquattro anni ma ha già girato mezzo mondo. Tra i diciotto e i ventuno anni ha giocato nel Fluminense, poi al Betis di Siviglia, poi è rientrato in Brasile (Botafogo, con il quale è stato nominato miglior giocatore della finale di Coppa Libertadores, vinta per 3-1 contro l’Atletico Mineiro) e un mesetto fa è tornato in Europa, acquistato dallo Zenit di San Pietroburgo, per trentacinque milioni di euro. Henrique, dopo aver segnato, esulta di solito con la mossa di T’Challa, personaggio Marvel e re del Wakanda, e protettore del paese nei panni dell’eroe Black Panther.

La sconfitta complessiva del movimento nato negli anni Sessanta, è stata particolarmente dura per la componente afroamericana. […] La massiccia introduzione di droga – soprattutto il devastante crack – nella comunità nera, nell’indifferenza, se non compiacenza, delle autorità, ha trasformato i ghetti in “terre di nessuno” dove l’attività criminale e l’appartenenza a una gang rimane l’unica forma di ascesa sociale e di riconoscimento, e la violenza dei neri contro neri ha raggiunto livelli intollerabili. Il “problema nero” è stato abbandonato a se stesso, al suo autocontrollo distruttivo, da una società americana sorda e insicura che ha rinchiuso i neri poveri fra le mura invisibili del ghetto e quelle, tangibili, delle prigioni» (paolo bertella farnetti, pantere nere. storia e mito del black panther party)

(a cura di riccardo rosa)

Related Post