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La parola della settimana. Stress

I danni strutturali. Le crepe, le signore del quartiere, Rosa, Fortuna, Mena, produci consuma crolla. Il sindaco, il prefetto, Musumeci, la Protezione civile, Bertolaso, Berto-naso, le discariche, gli scontri, l’Opus Dei. Gli zaini pieni, le mutande da lavare, le camicie, l’acidità di stomaco, dormire male, mangiare peggio. Le birre, il liquore all’arancio, l’aria nella pancia. Ciro, Pietro, il divano, Fisciano, il gruppo Whatsapp, gli sfollati, i ritardi. I baraccati, la mensa, le patate, il sopralluogo, la Protezione civile, i pompieri, Propaganda Live, via Enea, via Di Niso, via Caio Asinio Pollione. L’assemblea, il bonus affitto, il tendone. Le brandine, le carte, le cartine, le canne, il vino scadente, l’acidità di stomaco. La Botte Buona, le botte buone, i celerini, le casse, il corteo. Lo spazzolino, il dentifricio, i pezzi di muro, l’intonaco, i vicini, l’amministratore, la signora delle pulizie.

C’a facimm’ ‘a galera!
‘A dint’ o ‘a fore è ‘o stess’:
mutanda Uomo,
cazettin’ No Stress.
(speranza, givova)

Il telefono scarico, la penna di tre euro e cinquanta, la tesi di dottorato, il Manifesto. Il filo del computer, il caffè a letto, il letto sfatto, il Labriola, lo sfratto, gli sgomberi, i crolli, i pompieri, il mare, il Praru, la radio, l’armadio. Il centro analisi, l’assicurazione della macchina, l’assicurazione del motorino, l’assicurazione che ne usciamo sempre. Il cibo nel frigorifero, la tisana zenzero e limone, i crampi, le scarpe nuove, la pancia gonfia, il jeans sporco, la camicia pulita.

– ‘E visto ‘cca che panza ca sto facenno, ma’?
– Uh mamma mia, mo’ caccia n’ata nuvità: ‘a panza! Ma aro’ a vire ‘sta panza? Quello è il nervosismo. […] Tu te crire ca quanno uno sta accussì, senza fa’ niente, sta calmo e sta tranquillo: Vince’, la mente ave bisogno di sta’… occupata, insomma, ‘e fa qualche cosa, non so, un lavoro…
– Eh, ‘nu lavoro… ‘o ‘ssapevo!
– Eh! ‘Nu lavoro… nun l’hai visto a tuo fratello?
– Uh ma’, ja lasciami… Vai ja, mo’ vengo! Io ‘o ‘ssapevo: tuo fratello! Quanno parl’ ‘e chill’ mamma mia d’o Carmine… Me saglie ‘o nervosismo… saje addo’? Me faje veni’ ‘na panza ‘e chesta manera!
(massimo troisi e olimpia di maio, scusate il ritardo)

Il casello, l’autostrada, Marcianise, i Quartieri, il Vomero. La genovese, la dieta, il cornetto vegano, il registratore, l’operaio più anziano. Il bonus affitti, Alessia, Antonella, Pina, i guardiani della Nato, la Protezione civile, la dirigente incivile. L’ingegnere strutturista, i pompieri, l’ingegnere strutturale, il raffreddore, l’umidità, le scale a piedi, i borsoni, i giradischi, il rione Sanità, la sanità pubblica, la sanità privata, la sanità mentale, l’insanità statale.

Breathe the pressure, come play my game: I’ll test ya.
Psychosomatic, addict, insane. Come play my game.

L’Africa, Parigi, 18 vagues. I senza tetto, i senza casa, i balconi pericolanti. I tramezzi, i muri maestri, i venerabili maestri, i maestri di strada, i maestri in strada, la strada maestra, le bandiere, la Digos. La delegazione, palazzo Chigi, Musumeci. Le nuove edificazioni, il Praru, Manfredi, Meloni, Fitto, Mattarella. Daniele, Enzina, Carmela, libanese grande, libanese piccola. Via Boezio, Cupa Starza, il pazzo del quartiere, i cazzi da cacare, il freddo, le guardie. Walter, Paone, la colmata, la stuccata, i polacchi, gli albanesi, l’assemblea popolare. Iskra, l’Assise, i No Box, Mare Libero. Villa Medusa, Villa Avellino, Potere al popolo, potere al povero, potere scomodo, potere lurido. Perditempo, Alfonso, Tonino, la Nastro, le casse, le tasse. Il garage, i debiti, i crediti, l’abilitazione, gli anni Sessanta, Boccaccio Settanta. Pasolini, il Peroncino, le birrette. Vonk, i pozzi, le fumarole, Tonino lo scienziato, i terremotati, la grondaia, la colata, la colmata.

I miei mali fisici andavano e venivano sovente o a distanza di tempo, proprio come un cambiare e rimettersi del tempo che dobbiamo subire e che non possiamo modificare. […] I medici mi dichiaravano malato perché sapevano quanto io soffrissi e come certe volte, ogni giorno, facessi fatica a resistere, ad andare avanti. E loro invece di aiutarmi a prevalere sui miei mali li rafforzavano per sgominarmi del tutto. […] Avevo denunciato i miei mali perché ero abituato a farlo mentalmente; perché il farlo costituiva ormai un fatto quotidiano o almeno frequente della mia vita; un’operazione che mi consentiva allora di sollevare i miei mali un momento dal mio corpo e dalla mia anima e di vederli distanti, lontani, come sopra un davanzale dal quale fosse poi possibile farli sparire o riprenderli, secondo la mia volontà. […]. Ma insieme avevo il timore che fossero improvvisamente scomparsi. (paolo volponi, memoriale)

Subito, Tecnocasa, Bakeka, Idealista. Un idealista, un turnista, un ciclista. Un prete, un poeta, un comunista. Due comunisti, tre comunisti, quattro comunisti, i muri, i graffiti, le crepe, le crepe a croce, le croci con la mano sinistra, i disoccupati, i proletari, gli affittuari, i proprietari, i magliari, i falsari. Licola, Varcaturo, Monteruscello. Gli speculatori, i mediatori, i sensali, i muratori. Le caparre, le agenzie, le referenze, le competenze, i vulcanologi, gli urbanisti, gli ingegneri, la Protezione civile. Il 110, il bonus sisma, il bonus affitto, il bonus nella bolletta. La sosta del campionato, la sosta sull’autogrill, le pizze, le cocacole, le frittate di maccheroni, i copertoni, il gommista, il cambio d’olio, il tagliando in corso, il tagliando vecchio, il passato il presente il futuro, è meglio niente ‘nzieme che essere ricco sulo.

(a cura di riccardo rosa)

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