Un disastro annunciato: undici cambi, poca condizione ed i cambi a partita finita

un-disastro-annunciato:-undici-cambi,-poca-condizione-ed-i-cambi-a-partita-finita
Un disastro annunciato: undici cambi, poca condizione ed i cambi a partita finita

Una prevedibile imbarcata. Il Napoli di Antonio Conte ha già salutato la Coppa Italia cedendo per 3-1 sul campo della Lazio, ma la sconfitta poteva essere pure più pesante nei numeri. Nonostante la mancanza degli impegni europei, la scelta del tecnico di snobbare la Coppa Italia è stata chiara sin dalla conferenza stampa della vigilia trincerandosi dietro la motivazione – espressa a più riprese – della necessità di valutare (tutta) la rosa e lasciando intendere quindi un turnover totale con addirittura undici volti nuovi. Un qualcosa che accade raramente nel calcio anche da parte delle squadre con le rose più profonde e impegnate su più fronti. Inevitabilmente ne è venuta fuori una prestazione di grande sofferenza – denotando problematiche di ritmo, tenuta fisica, automatismi e pure ruoli – e sarà dura per Conte, nonostante le dichiarazioni del post-partita, trarre qualche indicazioni seria considerando la fatica fatta nel complesso in primis come collettivo.

Problema ritmo e condizione
Un Napoli B peraltro con tanti elementi fuori da tempo e senza una condizione accettabile, a differenza invece di quasi tutti i cambi della Lazio che almeno stanno avendo spazio con continuità in Europa League ed erano affiancati da qualche titolare. Dopo un primo tempo senza assolutamente ritmo ma quantomeno d’applicazione e voglia, seppur quasi sempre nella propria metà campo, poi il Napoli è crollato totalmente alla distanza fino all’ingresso di cinque titolari – tra il 72′ ed il 78′ – a partita però indirizzata e naturalmente non potendo sostituire gli altri elementi decisamente in debito d’ossigeno ma costretti a completare i novanta minuti. Un rischio in quel momento persino inutile vista la scelta precisa fatta da Conte.

Automatismi e fuori ruolo
Pur di cambiarne undici, Conte ha forzato diverse scelte. Al di là dell’esperimento fallito che ha riguardato Raspadori, provato da mesi da vice-McTominay ma senza le caratteristiche per fare la mezzala, il tecnico del Napoli per non impiegare Di Lorenzo ha forzato un Zerbin terzino ma che nasce esterno alto o a tutta fascia, Folorunsho da mediano (peraltro a due) ha dovuto limitare i suoi inserimenti da mezzala. Pure davanti Neres (il migliore dei suoi) a sinistra perde molto, ma la destra è riservata a Ngonge per tentare di riproporre il lavoro che fa Politano (ma con scarsi risultati). Confusione e scarsi automatismi che hanno fatto perdere senso alla gara ed alle indicazioni. Ora, con forse più pressione di prima, resta il campionato.

Related Post